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lunedì 26 gennaio 2015

LETTERA APERTA AD UN AMICO GRECO. DI JOSEPH HALEVI.


All'indomani della vittoria di Syriza (che probabilmente non riuscirà ad avere la maggioranza assoluta come giustamente sperava per poter realizzare le sue politiche), mi sembra molto utile pubblicare queste riflessioni di Joseph Halevi (precedenti al risultato), segnalate e tradotte da un compagno e non ritrovate sui nostri giornali, che paragonano la Grecia di Syriza e il suo programma al Cile di Allende, smorzando i toni ottimisti, quasi da vittoria del Mondiale, che si notano.
Ho sempre avuto molte perplessità su Syriza, le ho ampiamente espresse in questi anni e non è il caso che ci torni; ma non ho nemmeno gli occhi foderati di prosciutto, e dunque anche io sono contento per questa vittoria, non fosse altro per le scomposte reazioni del nemico di classe in ambito europeo (le quali, riprendendo Mao, sono un ottimo segnale), e dunque per il banco di sperimentazione e di valutazione che questo fenomeno inedito offre.
Ma non sono nemmeno così ingenuo da fare festa nelle Piazze, perchè la vittoria è tutta da venire e si vedrà nei prossimi giorni; e su questo Halevi dice secondo me molte cose giuste.
Halevi secondo me pecca su due punti: 1) Il paragone con il Cile è eccessivo da un punto di vista materialista. Il Cile, a quel che mi pare di ricordare, dispone di risorse minerarie ed impianti industriali di ben altro tenore della Grecia, e dunque l' 'attenzione' del Capitale su questo Paese è forse maggiore di quella sulla Grecia, 'attenzione' comunque molto alta, giacchè, per la natura stessa della specializzazione interna all'UE di cui abbiamo già parlato in altri post, i Paesi periferici hanno un'importanza enorme 2) Syriza ha un movimento alle sue spalle e non deve mutuarlo da altri. Tutto dipende da lei: se nel momento delle scelte, davanti a dichiarazioni ondivaghe di questi giorni, saprà (e potrà a seconda della maggioranza) abbandonare gli ammiccamenti a Renzi, alle strutture dell'alta borghesia europea, e una sostanziale quasi neutralità davanti alle scelte internazionali dell'imperialismo atlantista (per fare tre esempi), e saprà (e potrà) far prevalere il coraggio di una buona radicalità, il movimento saprà averlo e mantenerlo, ovviamente se non si arriverà ad un discorso di violenza cilena, cosa difficile da pensare anche a detta dello stesso Halevi se ben si legge l'articolo ove dice quali saranno gli strumenti di guerra del Capitale UE.
Ritengo comunque questo articolo molto interessante e capace di offrire buone suggestioni, perchè sa porsi da un punto di vista oggettivo, superando la valutazione che spesso si fa su Syriza, ovvero pensando alla questione greca e a questo partito in termini autocefali e soggettivistici, senza cioè tenere conto delle reazioni del nemico e del contesto internazionale.
Lettera aperta ad un amico greco

La Grecia entrerà in una situazione simile a quella di Allende.
Allende aveva un programma moderato ma fermo su alcune questioni: la necessità di nazionalizzare il settore minerario (la dimostrazione che fosse nel giusto è data dalla decisione di Pinochet di rinazionalizzare nel 1984 la stessa industria, dopo averla privatizzata nel 1974), cibo, programmi sociali ed educativi per i più poveri.
Il resto sarebbe rimasto al settore privato. Egli non aveva nemmeno un progetto di sviluppo in senso industriale. Ma nessun compromesso era possibile agli occhi delle classi benestanti e militari. Doveva essere cacciato. La debolezza fondamentale di Allende è che non ha avuto un movimento di massa abbastanza grande alle spalle. Essenzialmente la maggior parte di esso è stata fornita dal partito comunista del Cile mentre la posizione di estrema sinistra MIR era più complessa.
La Grecia dovrà affrontare una situazione simile e, surrettiziamente, un simile rischio e pericolo. Vale a dire che gli oppositori non vorrebbero (a) un compromesso e sentendosi molto più forti realmente, all'opposto di una vittoria elettorale, (b) prendere prigionieri.
Davvero non riesco a vedere come la Grecia possa sfuggire una situazione di Allende.
La NATO e le istituzioni europee hanno dimostrato che non rispettano le regole democratiche. Creano scenari e situazioni di sovversione, che presentano quindi come un processo democratico. In tempi normali possono utilizzare un approccio soft. Questo è successo più di una volta con l'Irlanda ogni volta che ha rifiutato i trattati di Bruxelles. Bruxelles ha elevato tanto la pressione da costringere le autorità irlandesi a nuovi referendum fino a quando «l'Europa» è stato soddisfatta. Inoltre, in relazione all'Ucraina, la Nato e l'Unione Europea hanno mostrato che essi non hanno alcun problema a legittimare un movimento nazi-fascista, se si adatta alle loro esigenze.
Ricordate che la Grecia è veramente alla periferia dell'Europa, in modo non comparabile all'Irlanda, a causa del ruolo di Dublino come piattaforma verso il resto d'Europa per multinazionali operanti in elettronica, farmaceutica e altri avanzati rami dell'economia mondiale. Così l'asprezza dell'atteggiamento verso la Grecia dalle istituzioni europee sarà molto molto maggiore di quella verso l'Irlanda. Infatti essi non si preoccupano della vita normale in Grecia. Può andare tutto alla malora. Da qui un colpo di stato 'bianco' è possibile indebolendo il governo eletto al punto di indurre una crisi costituzionale.
La Grecia sarà da sola. Non si deve aspettare nulla dall'Italia di Renzi. Il team di Renzi è tutta aria fritta. Le politiche economiche sono strettamente nelle mani di Padoan che è un uomo OECD-Troika. Egli credeva nell'austerità su tutta la linea. E infatti, quando in Italia circoli ufficiali parlano contro l'austerità, lo fanno così in riferimento allo screditato governo Monti che ha promosso un arbitrario e grande aumento fiscale insieme a tutti i tipi di tagli. Così quando i ministri del Governo italiano parlano contro l'austerità significa che essi sono contro l'esperienza Monti ma sono a favore di riduzioni fiscali, accompagnate da tagli di bilancio. Questo è niente altro che l'austerità espansiva spacciata per anni da Alesina e Giavazzi e intellettualmente così in fallimento che gli stessi autori si sono tirati indietro da essa. E ancora, via Padoan che è il custode dell'austerità, il governo italiano ancora sostiene questa posizione mentre Renzi continuerà a produrre aria fritta affermando che lui è contro l'austerità.
La Grecia non dovrebbe aspettarsi niente, assolutamente niente, dalla Francia. Non solo la Francia è il principale colpevole per quanto riguarda il pasticcio giuridico e politico dell'Unione europea sin dalla formazione dello SME nel 1979, ma ha aumentato la sua dose di austerità. Essi non sosterranno la Grecia, al massimo la useranno per le loro esigenze che sono abbastanza semplici: dovranno chiedere misericordia a Bruxelles e Berlino, perché essi non raggiungono i loro obiettivi di crescita e bilancio. Mai credere ai sorrisi dei funzionari francesi: sono bravissimi a fingere (esempio: Jospin e il patto di stabilità di Dublino del 1996. Ha fatto una campagna contro di esso nel 1997 poi ha approvato il trattato di Amsterdam, che ha completamente incorporato il patto di Dublino, senza fare domande).
La grecia non può fare affidamento sul movimento dei lavoratori in Europa: in Francia e in Italia è agonizzante, in Germania ha la stessa ideologia di quella dei conservatori riguardo la colpevolezza di chi ha contratto debiti.
Quindi la Grecia è completamente sola. Io non avrei una così negativa percezione della situazione se la dimensione elettorale di Syriza fosse sostenuta da un vero movimento di massa, un sindacato significativo e una cittadinanza organizzata. Non sarei allegro perché anche nel caso più favorevole la strada per uscire dalla presente situazione sarebbe estremamente difficile, ma almeno avrebbe un paio di possibilità.
Io non so se Syriza abbia spiegato chiaramente al pubblico che anche nel migliore dei casi la strada sarà estremamente dura. Serve una completa ristrutturazione economica mentre le persone saranno costrette a vivere sotto condizioni di emergenza sia politiche che economiche.

Joseph Halevi

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